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RASSEGNA STAMPA. Discariche abusive, allarme amianto. Per gli incivili sanzioni da 30mila euro

Riprendiamo questo articolo da Il Gazzettino sul difficile problema delle discariche abusive e dell’abbandono dei rifiuti.

di Alberto Comisso

PORDENONE – Dal cartongesso all’amianto, dagli pneumatici usati a lavandini e bidet. Senza contare i classici sacchetti dell’immondizia all’interno dei quali si trova di tutto: plastica, vetro e rifiuti organici. Ma quello che è peggio è che sono in aumento le discariche abusive di amianto. Quella che Gea e Polizia locale hanno intrapreso ormai da tempo, avvalendosi anche della collaborazione di tre ausiliari del servizio di vigilanza ambientale, che operano anche la sera e nei giorni festivi tra Pordenone e Roveredo in Piano è una dura battaglia. Per uno che viene pizzicato ad abbandonare i rifiuti, infatti, arrivano almeno tre segnalazioni di nuove discariche a cielo aperto.

Una guerra difficile da vincere. «Il territorio da monitorare – sottolinea Luca Mariotto, amministratore unico di Gea, la società incaricata della raccolta rifiuti – è vasto e, purtroppo, sono numerose le aree, soprattutto quelle decentrare, che risultano appetibili a chi, contro ogni logica del buon senso e rispetto dell’ambiente, continua a scaricare di tutto e di più». A preoccupare l’amministratore unico di Gea, in particolare, sono quelle situazioni che puntualmente si verificano lungo le vie di confine. Specialmente tra Pordenone e Cordenons. «Mi riferisco in particolare a via Nogaredo, Bellasio e Borgo Casoni dove, spiace constatarlo, si trova di tutto. Situazioni di degrado, essendo quella una zona defilata dal centro, si riscontrano anche in Comina». Un’altra zona tenuta costantemente sott’occhio è quella dell’Interporto: «I camionisti, specialmente quelli dell’Est Europa, sono stati più volte sorpresi a bivaccare e poi a lasciare cumuli di immondizie a terra. In certe situazioni, anche se sorpresi sul fatto, risulta particolarmente difficile interloquire con loro per una questione linguistica».

Gli autotrasportatori, sia chiaro, rappresentano soltanto la punta dell’iceberg: «Non c’è età e soprattutto grado di istruzione ad identificare chi abbandona le immondizie. Talvolta ci imbattiamo anche in persone che hanno un grado di istruzione medio-alto e, tanto per citare un esempio, siamo da tempo sulle orme di due docenti che insegnano in una scuola superiore della città: stiamo soltanto aspettando di beccarli sul fatto per sanzionarli».

L’anno scorso sono state elevate sanzioni che superano i 30mila euro e che, una volta messe a bilancio, vengono utilizzate per abbattere i costi della tariffa dei rifiuti.

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Martedì 10 Ottobre 2017, 05:03

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